Nel corso degli ultimi anni ho maturato una passione smodata per la letteratura del nord Europa, da noi reperibile grazie al magnifico lavoro di Iperborea, che abbinata alla mia passione per la musica non poteva che farmi buttare a capofitto su questo Norwegian Blues, un romanzo norvegese che vede nella musica il suo principale filo conduttore.
Norwegian Blues è il racconto in prima persona di un discografico di successo annoiato dalla monotonia dell’attuale scena musicale che un giorno, durante un battesimo in campagna, si imbatte per caso in un trio di ottuagenari musicisti dalle voci angeliche e decide che deve assolutamente convincerli a registrare un disco per lui. Jim Gystad è così motivato che si prende una pausa dal caos della vita metropolitana che conduce a Oslo e si trasferisce per alcuni mesi nello stesso paesino in cui vivono i tre musicisti. Qui si mantiene facendo l’elettricista nella speranza di riuscire, prima o poi, a convincere i tre fratelli Thorsen, che nel frattempo scopre essere un ex trio di grande successo di musica spirituale, a imbracciare gli strumenti un’ultima volta.
Se all’inizio questo accanimento porta a un’inevitabile diffidenza da parte dei tre anziani, col tempo nasce invece fra loro un importante rapporto di amicizia e alla fine in ballo ci sarà ben più della realizzazione di un disco: mentre loro si decidono a riportare a galla e affrontare finalmente segreti rimasti sopiti per anni, storie di famiglia, vecchi amori e rancori, Jim riscopre la felicità di una vita meno frenetica, fondata sull’amore per sé e per gli altri e su quell’entusiasmo genuino per la musica che il lavoro e l’età adulta gli avevano portato via.
Levi Henriksen non avrà scritto un romanzo imprescindibile, ma nonostante i pericoli intrinsechi in una trama di questo tipo è riuscito nell’arduo compito di non cadere mai nella banalità e nella retorica, ma si è anzi dimostrato un ottimo narratore, con uno stile asciutto che gli ha permesso di dare al suo romanzo un tono molto delicato e un’atmosfera sospesa fuori dallo spazio e dal tempo.
È riuscito anche a dare vita a un trittico di personaggi memorabili, i tre fratelli Thorsen, che sono infatti senza ombra di dubbio il punto forte del romanzo. Mi hanno ricordato certi personaggi tipici della letteratura americana: da un lato molto verosimili da quanto sono caratterizzati bene ma quasi surreali dall’altro, con il loro passato pieno misteri e un comportamento così pieno di stranezze. Molto bravo Henriksen a rivelare poco alla volta le molte sfaccettature che caratterizzano la complessa personalità di ognuno di loro.
In Norwegian Blues ho ritrovato molti temi ricorrenti nella letteratura nordica: l’esigenza per l’uomo di fuggire dal caos della città, il contatto con la natura, la vecchiaia e l’inevitabile avvicinarsi della fine, la solitudine e la musica, che qui ha ovviamente un ruolo centrale pur rimanendo comunque sullo sfondo di un romanzo centrato sul rapporto che si forma tra i quattro protagonisti. È infatti grazie alla musica se i cammini di Jim e dei fratelli Thorsen si incociano ed è attraverso la musica che ognuno di loro troverà la forza di affrontare i propri fantasmi e lasciarsi definitivamente il passato alle spalle o ad abbracciarlo una volta per tutte. Ancora bravo Henriksen, in questo caso nell’essere riuscito a trasmettere tutta la propria passione senza necessariamente scrivere un libro solo su di essa, ma tenendola sempre lì presente a guidare le azioni e i pensieri dei protagonisti.
Editore: Iperborea
Pagine: 380
ISBN: 9788870914818
Link utili: La pagina dell’editore – La wiki dell’autore
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