Scrivere le liste di fine anno è una di quelle abitudini che mi porto dietro da più di dieci anni, quando sui forum in cui scrivevo cominciavamo tutti a stilare le classifiche dei videogiochi, dei dischi, dei film e dei libri più belli incontrati durante l’anno che stava volgendo al termine. Non potevo certo non continuare questa tradizione decennale, perciò ho scritto questa Top 10 2017 dei libri letti durante l’anno.
Ho usato volutamente due parole differenti: lista e classifiche. Se una volta, tra sudore e lacrime, volevo mettere tutto in un rigoroso ordine di gradimento, oggi preferisco una selezione più generica. Già sceglierne dieci su quaranta è stato un patimento. I libri sono stati quindi ordinati in ordine alfabetico di autore.
TOP 10 2017
- Kader Abdolah – Scrittura cuneiforme (Recensione)
Parte come una fiaba araba e si tramuta in un romanzo in cui un complesso rapporto tra padre e figlio procede in parallelo ai tumulti politici che sconvolgono l’Iran nella seconda metà del novecento. Abdolah è uno scrittore fantastico. - Paolo Cognetti – Le otto montagne
È uno dei romanzi italiani più discussi del 2017, anche a causa della sua vittoria al Premio Strega di quest’anno. Leggo lunghi dibattiti da quasi un anno e io mi schiero con quelli che sono a favore. La scrittura semplice e asciutta trasmette al meglio l’amore per i luoghi e le amicizie che segnano la nostra vita. - Junot Diaz – La breve favolosa vita di Oscar Wao
Illuminante romanzo in cui l’epica saga familiare sudamericana si fonde con la cultura nerd degli anni ’80 e ’90 tra maledizioni secolari, fumetti, turbe adolescenziali, lotte tra gang e molto altro. - Jennifer Egan – Il tempo è un bastardo
Vincitore del Premio Pulitzer 2011, Il tempo è un bastardo è, più che un romanzo canonico, una serie di racconti collegati dai vari personaggi a cui sono dedicati, ognuno di questi avrà un ruolo più o meno centrale nella vita degli altri. Il motore principale che mette in moto questi incontri è la cara e vecchia musica, in particolare un gruppo punk chiamato The Conduits. - Alasdair Gray – Lanark. Una vita in quattro libri vol.1 (Recensione)
Questo primo volume di Lanark è un romanzo onirico difficilmente catalogabile in un genere letterario. Ha una forte componente fantastica, ma in ogni sua parte emergono invece numerosi aspetti sociali del nostro quotidiano. Un cupo affresco onirico come non se ne trovano in giro. - Johan Harstad – Che ne è stato di te, Buzz Aldrin? (Recensione)
Il protagonista di questo romanzo ha un sogno: essere per tutta la vita una ruota del grande ingranaggio, passare inosservato senza però essere inutile. Il macchinario tuttavia va in avaria e Mattias si ritrova così alle Fær Øer insieme ad altri ragazzi che, come lui, in un momento della loro vita hanno fatto crack! e si sono rotti. - John Irving – Le regole della casa del sidro (Recensione)
Arcinoto romanzo di formazione, classico della letteratura americana. Arcinoto con merito, devo dire. Il tema trattato è, purtroppo, ancora molto attuale nonostante i trentadue (trentadue!) anni passati dalla sua uscita. - Eshkol Nevo – La simmetria dei desideri
La storia di quattro amici e delle difficoltà che crescere comporta nella vita dei singoli ma anche nei rapporti con gli altri, persino quelli che sembrano delle colonne portanti della nostra vita. La fortuna del romanzo è sicuramente nella penna dell’autore, davvero bravo nel descrivere le difficoltà di quella fase della vita in cui anche quelli più inquadrati non sanno chi sono e dove stanno andando. - Mervyn Peake – Tito di Gormenghast (Recensione)
Tito di Gormenghast è un romanzo fantastico in cui si mescolano insieme gotico, surreale, humor, grottesco e sociale; è fantasy giusto nel senso che tutto quanto succede è puramente immaginario. Il protagonista indiscusso di questo libro è il castello di Gormenghast, un’enorme struttura chiusa sia in ingresso che in uscita, tranne che in poche occasioni, all’interno della quale vive la famiglia De’ Lamenti con tutti i suoi servi e servitori. - Vanni Santoni – La stanza profonda (Recensione)
Il piccolo miracolo letterario messo in atto da Vanni Santoni in queste 150 pagine è quello di riuscire a fondere insieme la storia dei giochi di ruolo, la vita dei protagonisti del romanzo e la trasformazione dei piccoli paesi di provincia di cui l’Italia è piena. Perennemente sul filo del rasoio tra romanzo e saggio in alcuni momenti mi ha ricordato L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg. Anche lì c’era un tema che in teoria avrebbe dovuto attirare soltanto una irrilevante nicchia di esperti del settore ma ha invece avuto un successo planetario.
E voi? Quali sono i libri più belli che avete letto quest’anno? Fatemi sapere!
D’accordo con te per Cognetti. E’ stata una delle letture più belle del 2017; sorprendente anche Peake! Posso suggerirti “La parete” di Marlene Haushofer.
Ciao!:-)
Ciao a te! Bene, mi fa sempre piacere trovare altri che hanno apprezzato Le otto montagne, per me si merita tutto il successo che ha avuto. Ma soprattutto mi fa piacere trovare altri che apprezzano Peake! 😀
Grazie per il consiglio, non lo conoscevo ma mi ha incuriosito moltissimo, credo proprio che lo prenderò presto. Grazie!