Storia di Asta è l’ultimo romanzo dello scrittore islandese Jon Kalman Stefansson, uno degli scrittori di punta del fantastico catalogo di Iperborea, noto ai più per Luce d’estate ed è subito notte e la trilogia di Paradiso e Inferno.
Stefansson è un autore unico, si vede che è nato come poeta e che si è dedicato alla prosa solo successivamente: tutti i suoi romanzi, merito anche delle eccezionali traduzioni di Silvia Cosimini, sono infatti caratterizzati da un forte lirismo e da una forte musicalità e da immagini e metafore mai banali anche nella loro semplicità. Poco importa se descrive un bacio fra due adolescenti, un tramonto sul mare o la storia d’Islanda, Stefansson tocca sempre le corde giuste del lettore e ne stimola continuamente l’emotività. E Storia di Asta non fa certo eccezione.
Il romanzo si apre con un interrogativo: “Ma com’è possibile raccontare la storia di una persona senza toccare anche le vite che la circondano, l’atmosfera che sostiene il cielo – e soprattutto, è giusto farlo?” Oltre a essere, in generale, la chiave di lettura di tutto il romanzo, questo spiega anche come mai il libro non sia, come suggerirebbe invece il titolo, la sola storia di Asta, ma anche quella dell’intera famiglia e delle persone che hanno avuto un ruolo importante in un momento chiave della sua vita. Ogni scelta, ogni errore, ogni slancio di gioia sfrenata di tutti i personaggi ha giocato un ruolo determinante nella vita della protagonista.
Possiamo dire che per Stefansson la storia di una persona si confonde necessariamente con quella degli altri, che non c’è un confine netto che ci permetta di dire qui comincia la mia vita, qui la tua. Per cui troviamo capitoli dedicati ai genitori, ai vari momenti della sua vita, lettere sia mandate che ricevute e alcuni capitoli ancora in cui il protagonista è invece il narratore, che per finire il romanzo si ritira in una casa di campagna vicina a dove risiede la stessa Asta in tarda età.
Ed ecco così che quello che a un primo sguardo doveva essere un romanzo lineare (secondo un riassuntivo schema per cui si nasce, si vive, si muore), in realtà è invece una costruzione labirintica di incastri in cui diverse linee temporali si intrecciano e si alternano fra loro, a volte per semplice associazione di idee del suo narratore, fino a ricomporre solo in fondo il quadro completo di come siano andate le cose, ad Asta e a tutti gli altri.
Pur non avendolo trovato ai livelli degli altri suoi romanzi, Storia di Asta mi è piaciuto molto. La trama non è forse così significativa, ma la penna di Stefansson basta da sola ad accendere quella luce sufficiente a rendere anche un romanzo non perfettamente riuscito un’esperienza illuminante. Le sue divagazioni, le sue metafore, la sua sensibilità danno anche a storie già sentite un’umanità difficilmente riscontrabile altrove. Stefansson fa epica la vita quotidiana e riveste di dignità gli umili, i fragili e tutto lo spettro delle decisioni dell’essere umano, anche nei suoi momenti più bassi.
Assediati da un’intransigenza quasi violenta verso chi rifiuta l’iperattivismo nevrotico moderno e la sua politica del successo, verso chi fatica a perseguire un obiettivo, verso chi ci prova ma sbaglia, è bello leggere un autore che riporta tutta questa poesia nella vita di tutti, negli errori, nei silenzi.
Editore: Iperborea
Pagine: 479
ISBN: 9788870916003
Link utili: La pagina dell’editore – La wiki dell’autore
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