Il problema dei tre corpi è un romanzo di fantascienza dello scrittore cinese Cixin Liu, diventato famoso per essere stato il primo romanzo asiatico di sempre a vincere il Premio Hugo, prestigioso riconoscimento nel campo della fantascienza.
Ho girato intorno a questo romanzo dalla sua uscita, quando fu accolto all’unanimità come una ventata d’aria fresca nel genere, e mi sono deciso solo ora a comprarlo e a leggerlo. Non l’ho comprato prima perché se una volta ero un super appassionato di fantascienza, col tempo questa passione è andata sempre più calando e i romanzi del genere che leggo ora sono davvero pochi. Complice però un recente avvicinamento alla cultura cinese grazie alla lettura di Non dite che non abbiamo niente, un bellissimo romanzo di Madeleine Thien, mi sono deciso. Da quello che avevo sentito, infatti, Il problema dei tre corpi raccontava e rappresentava bene la cultura e la storia recente cinese e poteva essere la buona occasione per approfondire la Cina e recuperare allo stesso tempo la fantascienza.
Il problema dei tre corpi, come scrive lo stesso autore nella postfazione, verte tutto intorno alla dimostrazione di una sua teoria: l’uomo, inteso come specie, da che esiste, stermina tutte le civiltà che incontra lungo il proprio cammino. Storicamente, tutti popoli della Terra hanno fatto questo: si sono mossi e hanno conquistato. Secondo Cixin Liu non c’è ragione per guardare con romanticismo verso il cielo: probabilmente, se gli alieni si avvicineranno mai a noi, faranno la stessa cosa. La supremazia tecnologica rispetto a un altro popolo non è mai stata una buona ragione per non attaccare, anzi, semmai per farlo più facilmente. Così, questa teoria diventa la Teoria della foresta oscura. Ovvero: prendiamo l’universo come se fosse una foresta fitta e buia in cui ognuno non sa con certezza se è da solo all’interno di essa o in compagnia. Se riuscite a sopravvivere da soli, accendere all’improvviso una luce per rivelarsi agli altri non è la mossa più saggia che possiate fare. E ci sta. Non mi sembra niente di sbalorditivamente nuovo ma è una buona teoria intorno a cui costruire un romanzo.
Romanzo che parte anche bene, perché Il problema dei tre corpi è suddiviso in tre parti ambientate in tre momenti storici diversi, e quella iniziale sulla Rivoluzione cinese è, a parer mio, la più riuscita. In questa parte c’è una buona sinergia tra finzione e la Cina di quel particolare momento storico di cui ci sono buone probabilità che il lettore medio occidentale non sappia così tanto (tipo me, per esempio). Ma poi purtroppo si perde. Questa fortissima simbiosi con il paese in cui è ambientato da un certo punto in poi si perde del tutto e diventa un comune romanzo di fantascienza che potrebbe essere stato ambientato ovunque, oltretutto con una storia abbastanza debole e dei personaggi davvero bidimensionali.
Altro problema per me difficile da reggere sono le pagine che a un certo punto si riempiono di spiegoni scientifici che non portano da nessuna parte, tutti fini a sé stessi anche in quelle occasioni in cui toccherebbe loro dover spiegare e giustificare quello che succede. Ma proprio non funzionano, sembra che certe cose succedano più perché debbano succedere che per delle ragioni vere e proprie.
Questo raggiunge il suo culmine nell’ultima parte, quella in cui la società aliena capta il messaggio della Terra e decide di cominciare a viaggiare verso di essa, dove gli spiegoni si susseguono uno dopo l’altro per qualche decina di pagine. Anche il modo in cui questi hanno controllato per anni lo sviluppo scientifico della Terra è una rivelazione che mi ha fatto più alzare il sopracciglio che cascare la mascella.
L’idea più particolare de Il problema dei tre corpi è quella del videogioco a cui giocano gli scienziati del romanzo. È una specie di simulatore di vita su un pianeta alieno, Trisolaris, che ha la particolarità di avere tre soli, cosa che lo rende a tratti invivibile. I giocatori devono trovare la soluzione per la sopravvivenza del pianeta risolvendo, appunto, Il problema dei tre corpi dando così la possibilità alle civiltà di Trisolaris di prevedere l’andamento dei tre soli e sopravvivere. È solo un videogioco? Non lo è? Questa, come dicevo, è sicuramente la cosa migliore del libro.
Un plauso anche all’edizione italiana, la cui quarta di copertina è praticamente un gigantesco spoiler di tutto il libro visto che la presenza degli alieni nel cosmo è una cosa che il lettore doveva scoprire verso i due terzi del libro.
Editore: Mondadori
Pagine: 362
ISBN: 9788804680604
Link utili: La wiki dell’autore
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Ah, ecco, ok… Non sono solo io a non aver capito il motivo del clamore attorno a questo libro! Bene.
È un romanzo di idee, nel senso che l’autore aveva un’idea e la voleva mandare avanti, i personaggi sono semplici comparse funzionali, la Cina stessa lo è. È un romanzo con una bella idea di base, descritta malamente
Sono felice anche io di vedere che non sono l’unico ad averlo pensato 🙂