L’estate che sciolse ogni cosa è un romanzo di formazione della scrittrice americana Tiffany McDaniel. Ha avuto un discreto successo qui in Italia in seguito alla sponsorizzazione di Alessandro Cattelan che due anni fa lo elesse libro dell’anno, da lì il passaparola ha fatto il resto.
L’estate che sciolse ogni cosa è, appunto, il racconto di un’estate, quella del 1984, in cui il diavolo ha bussato alla porta della famiglia Bliss sotto le spoglie di un ragazzino di colore, dopo che il padre di famiglia lo aveva ufficialmente invitato per conoscerlo e capire se il diavolo fosse poi tanto peggio dei criminali che accusava in tribunale. Sal, questo il suo nome, stringe subito amicizia con il figlio minore dei Bliss, Fielding, voce narrante del romanzo e viene praticamente adottato dalla sua famiglia.
L’arrivo di Sal in città segna però il susseguirsi di numerose vicende spiacevoli di cui il bambino è sempre testimone e per questo viene additato come colpevole di aver portato il male e la sventura a Breathed, dove il clima si fa via via sempre più teso fino al tragico finale.
Raccontato con una prosa molto evocativa, L’estate che sciolse ogni cosa è un bel romanzo, scritto bene, che affronta con una certa vena gotica i temi di razzismo, omofobia e diversità in generale. L’estate del 1984 è un periodo che, trentacinque anni dopo, dovremmo leggere come superato mentre invece è tutto ancora tristemente attuale.
Questi temi passano tutti attraverso la tumultuosa storia di formazione della sua voce narrante, che in quella caldissima estate di metà anni ’80 perde l’innocenza e diventa adulto, battezzato dalla più pesante delle lezioni: che il vero male è quello esercitato dagli uomini.
L’arrivo del diavolo in città non si legge poi così diversamente dall’arrivo di un normale ragazzino di colore che appare dal niente e va a vivere con una famiglia di bianchi: ricade su di lui tutta la colpa di quello che succede in città, è lui il diverso venuto da fuori per portare il male. Ma non è certo l’unica vittima del racconto: anche Elohim, il nano del paese, Dresden, la bambina senza una gamba, Grand, omosessuale, soffrono tutti delle cattiverie della comunità e le loro azioni ne sono ovviamente influenzate.
In generale L’estate che sciolse ogni cosa mi è piaciuto molto, soprattutto per come l’autrice ha saputo unire romanzo di formazione e denuncia sociale con un pizzico di sovrannaturale, quell’elemento fantastico che accende la curiosità e svecchia il racconto. La prosa, poi, molto evocativa contribuisce al senso di imminente tragedia con descrizioni potenti ma mai eccessive. Belli anche i personaggi, tutti ben caratterizzati e plausibili.
Unico aspetto che mi sento di criticare è che, da un punto di vista prettamente di trama, in certi momenti si ha quasi la sensazione che sia tutto una rincorsa a far succedere sempre qualcosa di tragico per andare avanti, a volte anche in modo un po’ assurdo.
Spendo le ultime parole per l’editore, Atlantide, che ho conosciuto grazie a questo romanzo al Salone del Libro di Torino, un progetto davvero bello: splendide edizioni e una proposta editoriale veramente di livello, oltre che persone simpaticissime e appassionate.
Editore: Atlantide
Pagine: 384
Link utili: La pagina dell’editore – Il sito dell’autrice
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