L’incendiario appartiene alla rara categoria delle cose belle che incontri per caso: finché la Perrone non l’ha inviato alla mia ragazza per leggerlo e recensirlo non sapevo nemmeno che esistesse, era passato inosservato alla ricerca che faccio ogni mese sui libri in uscita. Mentre leggevo con grande fatica Perdido Street Station di China Mièville, vedevo lei super entusiasta divorare questo L’incendiario e la ascoltavo tesserne le lodi tra una sessione e l’altra. Oh Mighè, mi ricorda la Carter mi ha pure detto, e io con quella palla di Perdido tra le mani rosicavo per l’invidia.
Alla fine contravvenendo a una strana legge non scritta per cui in casa non leggiamo mai lo stesso libro a distanza ravvicinata, dovevo toccare con mano questo L’incendiario. E be’, ho fatto bene, perché è stata proprio una bella sorpresa.
Il romanzo è ambientato a Belfast nei giorni nostri, quando un misterioso piromane chiamato semplicemente L’incendiario semina il terrore in città, riscoprendo vecchie ferite mai del tutto rimarginate tra la popolazione.
I protagonisti della storia sono Sammy e Jonathan, due uomini con un passato e un’estrazione sociale molto diversi ma con una cosa in comune: sono entrambi due padri molto preoccupati per i propri figli, anche se per ragioni diverse. Il primo teme che Mark, un diciottenne apatico distante dai genitori, abbia preso una brutta strada proprio come lui ai tempi dei Troubles; l’altro ha invece paura che la propria neonata, concepita in circostanze strane con una misteriosa creatura umana solo per metà, possa diventare pericolosa per il resto del mondo in futuro se non fa qualcosa per impedirglielo. Ma fino a dove sono disposti a spingersi per mettere al sicuro gli altri dalle azioni dei propri figli? C’è un confine che nemmeno un padre può varcare?
Non so se somigli alla Carter ma sicuramente la nord irlandese Jan Carson fa una cosa che faceva anche lei, cioè parlare di temi attuali attraverso elementi fantastici. La Belfast de L’incendiario è sì spaccata in due da un piromane che cerca di risvegliare gli animi sopiti dei propri concittadini, ma è anche avvolta in una misteriosa atmosfera sospesa tra reale e finzione, con bambini diversi dagli altri per le loro abilità sovrannaturali. C’è chi vola, chi vede il futuro. Chissà che non ce ne sia anche uno che appicca involontariamente il fuoco.
E così, tra incendi e bambini magici, in un crescendo di tensione che porta all’unico finale possibile, quello che la Carson racconta veramente è il difficile ruolo dei genitori: il peso dell’ambiente in cui cresciamo i nostri figli, le difficili scelte che dobbiamo prendere perché diventino persone migliori di noi, il confine che non dobbiamo mai varcare per lasciare comunque ai figli la libertà inalienabile di sbagliare. E poi sì, c’è una città profondamente incazzata per una situazione di cui si sa e si parla troppo poco fuori dai loro confini.
Magari non i temi più originali del mondo, ma raccontati in un modo molto diverso ai limiti del surreale e del fantastico con un’ambientazione interessante e una scrittura davvero bella. Ci vogliono più romanzi così, secondo me.
Editore: Perrone
Pagine: 400
ISBN: 9788860045300
Link utili: La pagina dell’editore – La wiki dell’autrice
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