Dopo aver visto un po’ di numeri e statistiche nell’altro articolo, eccoci qui con il consueto elenco delle mie dieci letture preferite dell’anno.
Lo scorso anno aprivo l’articolo con una riflessione sul fatto che blog e bookstagram avessero un po’ cambiato le mie letture che mi sarebbe piaciuto fare un passo indietro: tornare a leggere quello che mi interessa davvero e lasciar perdere la smania che il marketing ti fa venire per le nuove uscite. Più controllo, più qualità. Ce l’ho fatta? Devo dire di sì, sono stato bravo. Quest’anno sono stato molto più a fuoco nelle scelte e mi sono ritagliato il temp per leggere alcuni libri che avevo sullo scaffale da anni (alcuni sono qui, infatti).
MIGLIORI LIBRI DEL 2020 (in rigoroso ordine di lettura)
LA VALLE DELL’EDEN di John Steinbeck (recensione qui)
Un grande classico. Steinbeck era già nel mio Pantheon personale per Furore, uno di quei romanzi che mi porterei sulla proverbiale isola deserta e che cerco sempre di convincere chiunque mi capiti sotto tiro a leggere. I veri fenomeni non sono quelli che scrivono un capolavoro ma quelli che si ripetono e posso dire che per me Steinbeck rientra in questa categoria: La valle dell’Eden è un romanzo come se ne leggono pochi. Se gli altri romanzi di Steinbeck che ho letto si concentravano più su temi terreni, ne La valle dell’Eden l’autore pone il focus sull’eterno tema morale della lotta tra il bene e il male. Quella che si mette in scena nella valle del Salinas è infatti la battaglia che l’uomo sembra combattere da sempre contro il destino: siamo liberi di scegliere nelle nostre azioni? Potente, filosofico, appassionante.
ARCHIVIO DEI BAMBINI PERDUTI di Valeria Luiselli
Dopo le critiche entusiaste all’uscita e la vittoria a fine 2019 nelle classifiche di qualità de L’Indiscreto per le opere in traduzione, avevo delle aspettative decisamente alte. E per mia fortuna, questo è stato uno di quei rari casi in cui tutte le aspettative sono state mantenute, anzi, forse addirittura superate. Il pregio secondo me più grande di questo romanzo è quello di essere finalmente un esempio di come si possa parlare di un grande problema sociale del nostro tempo e scrivere contemporaneamente della gran bella letteratura, anche piuttosto sperimentale. Un aspetto peculiare del romanzo è la sua struttura: alle normali parti narrate vengono affiancate numerose citazioni, liste, mappe, foto, flussi di coscienza, canzoni. E la Luiselli scrive da dio.
LIMONOV di Emmanuel Carrère (recensione qui)
Il romanzo con cui ho finalmente approcciato Carrère per la prima volta dopo anni che lo avevo in libreria. L’ho trovato un romanzo molto bello e sentito, il tentativo riuscito di uno scrittore famoso di mettere ordine nei propri contrastanti pensieri. Carrère, da bravo critico – saggista – giornalista – scrittore qual è, riesce nel difficile intento di scrivere un romanzo biografico su un personaggio del genere sospendendo il suo giudizio su di lui e lasciando, se mai desiderasse farlo, il giudizio finale nelle mani del lettore. A volte la realtà è più avventurosa e folle della finzione.
LE PARTICELLE ELEMENTARI di Michel Houellebecq (recensione qui)
Le particelle elementari è un ritratto crudo e spietato della società e la condizione dell’uomo all’alba del nuovo millennio, scritto senza risparmiare niente al lettore: cinismo sregolato e molesto, sesso, volgarità, le bassezze più sfrenate. Ma alla fine c’è una sorpresa, un twist, una rivelazione che mette tutto sotto un’ottica diversa e che per me ha contribuito a rendere questo romanzo il capolavoro di cui si parla, che vi farà rileggere anche le parti più crude sotto un’ottica diversa. Più ci penso e più mi piace.
PARADISE FALLS di Don Robertson
Paradise Falls è un’imponente opera di 1600 pagine (divisa in due volumi dall’editore) in cui l’autore racconta un secolo di storia di una cittadina americana che passa da essere un’arcadia bucolica a un luogo di corruzione, industrializzazione e capitalismo sfrenati. Una quantità incredibile di personaggi tutti caratterizzati benissimo, da quelli principali su cui si concentra la narrazione a quelli di contorni che compaiono poche volte.
CITTÀ SOMMERSA di Marta Barone
Su questo mi ci sono buttato un po’ a occhi chiusi e mi ha fulminato: ma quanto scrive bene Marta Barone? Le parti più introspettive e autobiografiche mi hanno emozionato come non mi succede spesso. Un mix secondo me perfetto di autobiografia, storia familiare e Storia con la s maiuscola.
ABBACINANTE di Mircea Cărtărescu
Quest’anno ho finalmente portato a termine la lettura di Abbacinante con il secondo e il terzo volume, a mio gusto migliori del primo, ed è finalmente scattata quella scintilla che lo scorso anno non c’era stata. Mi sono innamorato di Cartarescu. Dentro c’è di tutto: la storia della Romania dal secondo dopoguerra, romanzo di formazione, mitologia familiare, memoir, psichedelia, fantastico, satira politica, esoterismo, metaromanzo… tutto mescolato nel magma denso della memoria e del sogno. Scritto da una delle penne più ispirate che abbia mai letto, ci sono pagine e pagine memorabili che andrebbero strappate e incorniciate.
ANIME BALTICHE di Jan Brokken
Un altro romanzo che avevo lì da tempo e un altro romanzo ibrido, questa volta un incrocio tra reportage di viaggio, storia dei paesi baltici e biografie di personaggi storici, celebri e non. Parte infatti come reportage di un viaggio fatto laggiù, poi inizia a raccontare la vita di alcune persone dei paesi baltici, un pretesto per fare luce sulla storia e la situazione attuale di questi paesi ingiustamente ignorati e di cui si conosce mediamente davvero poco. Può sembrare una palla ma è scorrevole e molto emozionante.
CREPITIO DI STELLE di Jon K. Stefansson (recensione qui)
Il solito grande Stefansson. Una penna capace di portare la magia e la poesia nel quotidiano, di evocare immagini sorprendenti anche descrivendo i gesti più normali come la vita di quartiere, i giochi in cortile con gli amici, una tazza di caffè. Stefansson ha questa doppia dote per cui riesce a raccontare con dignità e forma alta le cose più semplici, ma anche a rendere altrettanto scorrevoli e leggère le parti che toccano temi più importanti. La scrittura dell’islandese è un volo dalla prima all’ultima pagina, ognuna di esse una celebrazione della letteratura e della vita a trecentosessanta gradi.
OHIO di Stephen Markley
Questo libro è una bomba ed è pure un esordio. Ha tutto quello che si può chiedere a un romanzo: scrittura, trama, atmosfera, temi trattati. Di solito siamo abituati a leggere la provincia americana con romanzi dallo stile asciutto e minimalista, qui siamo agli antipodi, è tutto esagerato, ed è una goduria.