Chinatown interiore è il primo romanzo portato in Italia di Charles Yu, scrittore e sceneggiatore noto per il suo contributo a Westworld, sulla scia del successo al National Book Award, prestigioso riconoscimento americano.
Il romanzo racconta la storia di Willis Wu, un giovane americano di origini asiatiche che vive negli appartamenti sopra il Tempio d’oro, un ristorante cinese adibito a set cinematografico per cinema e televisione, con il sogno di diventare un attore. Per ora quelli che gli vengono assegnati, e che vengono assegnati a tutti gli asiatici, sono solo i ruoli di contorno che Hollywood prevede per loro: fattorini, camerieri, inservienti, gangster e così via fino ad arrivare alla massima aspirazione cinematografica per un asiatico: il fenomeno del Kung Fu, ovvero l’unica speranza di finire sulla locandina di un film o di una serie televisiva. Willis si dedica anima e corpo al raggiungimento di questo scopo, lavorando nel frattempo nei classici ruoli di Maschio asiatico non identificato e di Cameriere asiatico fino a quando, ruolo dopo l’altro, non gli si presenta l’occasione di diventare finalmente il Fenomeno del Kung Fu. Ma proprio in quel momento dovrà scegliere se continuare la sua carriera o abbandonare Chinatown e il Tempio d’oro per mettere su famiglia.
Il lavoro di Charles Yu nel campo della sceneggiatura dà una marcia in più a tutto il romanzo, che è scritto infatti in forma ibrida, una particolare commistione tra romanzo e sceneggiatura che non solo funziona, ma funziona alla grande. Se nella fase iniziale i due linguaggi corrispondono chiaramente ai due piani narrativi (la prosa classica per la storia di Willis, la sceneggiatura per le parti in cui recita), mano a mano che si va avanti le due cose cominciano a mescolarsi. Il confine tra realtà e finzione sfuma non solo per il lettore, ma anche per lo stesso protagonista del racconto che non capisce più se la sua vita vera non sia anch’essa una sceneggiatura già scritta, quella che lo stato americano ha scritto per lui in quanto Maschio asiatico non identificato e da cui sembra impossibile liberarsi, prendere il microfono e improvvisare, dire “ehi, ci siamo anche noi”. Costretto a vivere in un quartiere, relegato a ruoli di contorno in cui deve simulare un accento etnico che non ha.
Chinatown interiore è uno di quei rari casi in cui si riesce a raccontare con brillantezza e ironia una questione sociale piuttosto profonda: il romanzo strappa sorrisi, ti sorprende di continuo con le sue imprevedibili soluzioni di trama e di narrativa e allo stesso tempo fa riflettere su l’assurda condizione degli americani di origine asiatica. Se tutti i libri leggeri fossero così…
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 288
ISBN: 9788834606339
Link utili: La pagina dell’editore – La wiki dell’autore
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